CHE COINCIDENZA!! neppure io credo nelle coincidenze…

Le coincidenze, se esistono, mi hanno sempre incuriosito.
Anni fa, ad un corso di teatro, ma poteva succedere anche in un dopolavoro ferroviario, con il maestro avevamo intavolato ore di discussioni in materia. Lui era un appassionato.
Asseriva con forza che nulla succede per caso e tutto avviene per l’esigenza, di chi non mi è del tutto chiaro, di consegnarci ad una vita più “piena”.
Quindi, la coincidenza come il crick che serve a sollevarci per sostituire la vita con una della nostra misura, una porta che si apre permettendoci di entrare in stanze della nostra abitazione delle quali non conoscevamo l’esistenza, e dove, pigiandone l’interruttore, una nuova vita potrebbe uscirne illuminata. In sunto, la coincidenza come un sarto, abile a creare abiti per poter vestire le nostre più profonde aspirazioni.

Fino a quegli anni, la mia vita non era mai stata colpita da questi eventi, ma da lì in poi, come un’animale che esce dal letargo per non rientrarvi più, queste casualità aveva iniziato a sfrigolarmi addosso.
Anche se la mia testa è talmente distratta che qualcuno potrebbe aprirne una sala bingo a mia insaputa, non potevo non notarle.
Pensando alla straordinarietà delle coincidenze con le quali mi sono strusciato da quel periodo in poi, in quella famosa stanza credo di averci messo piede più volte, probabilmente pigiandone l’interruttore, ma credo che una lampadina ad alto voltaggio mi abbia solo abbagliato e compromesso la visione.
In seguito a queste, la mia vita ha spesso curvato, senza mai  effettuare la versione a U che mi sarei augurato. Insomma, parte delle coincidenze accadutemi risultavano ottime per intavolare discussioni ed aneddoti al bar, ma di rado riuscivo a coglierne insegnamenti per raddrizzare questo mio incedere a zig-zag.

Qualche settimana fa, una coincidenza vissuta all’aeroporto di Venezia, ha risvegliato in me le attenzioni a queste fatalità che come pioggerellina hanno ripreso a ticchettarmi addosso.
Dopo solo un paio di giorni, a Berlino,girando alla cazzo come al solito senza cartina, fermo un ragazzo per un’informazione. A distanza di qualche ora, in un quartiere all’altro cato della città, chiedo informazioni ad altro ragazzo. Beh, nulla di strano!.. non fosse che, in una città di parecchi milioni di abitanti, vado a fermare sempre la stessa persona. (lo sguardo di stupore! ecco finalmente una cosa in comune con i tedeschi). La settimana seguente, poi, per 3 notti di fila, mi capita di svegliarmi di soprassalto con l’orologio che segna sempre le h. 6.21. (creandomi non poco disagio)
Quest’ultima fatalità, è corsa a ricordarmi un avvenimento di molti anni prima che per certi versi trova delle similitudini, non fosse che per il numero 3. Per 3 anni, infatti, all’età di 14 – 15 – 16 anni, sono sempre caduto con il motorino il 26 dicembre tra le 8.00 e le 9.00 di sera. (serie interrotta, grazie ad un flash la mattina del 26 dicembre del quarto anno, quando ho ritenuto opportuno lasciare il mezzo in garage).
Forse l’insegnamento da trarne era di non utilizzare lo scooter su strade ghiacciate.

Quando succedono cose del genere, e vi assicuro che molte altre ce ne sarebbero, ma talmente elaborate che sarebbero complicate da dettagliare, anche una mente semplice pretende una spiegazione.
Ho provato ad approfondire cercando nei libri qualche chiarimento e trovandone sempre la medesima teoria: “la coincidenza è un dono che ci viene fatto per uscire dalla nostra presunzione di poterne prevedere il corso”.

Immagine nulla succede per caso

Alcune casualità hanno effettivamente dirottato la mia vita in ambiti che non mi sarei aspettato, ma per riconoscerlo, ho dovuto rivederla a ritroso per un lungo tempo.
Quella che tirandomi per un’orecchia ha variato la mia traiettoria, è capitata proprio durante il famoso laboratorio teatrale di cui sopra.
Nell’intento di spiegarci la poesia, il maestro, aveva consigliato per chi come me non ne fosse avvezzo, di avvicinarsi a quella comica.
Giorni dopo, cazzeggiando per Venezia, noto il commesso di una libreria esporre in vetrina un libretto di poesie dal titolo curioso: “Non urlare che mi rovini il prezzemolo”. Di getto l’acquisto ed in breve, grazie a gli spunti che ci trovo, decido di crearne qualcosa sulla falsariga. Mi rendo subito conto che con la poesia nn ci azzeccavo ‘na mazza, ma rimaneva il piacere di scrivere delle frasi che qualche flebile sorriso riuscivano a regalare.
Nel corso degli anni alcune avevano trovato alloggio tra le pagine di: “anche le formiche nel loro…..”, una specie di piccola antologia della battuta.

Anni dopo, un amico mi mette al corrente che si stanno preparando dei provini per una nuova trasmissione e non mi molla fino a quando non ha la certezza che vi parteciperò. Con mia grande reticenza vado e solo dopo qualche giorno mi viene comunicato che sono stato selezionato. Per 3 anni avrei trovato spazio nel programma di una piccola televisione. “Caso” vuole, che a visionare i provini, e successivamente ad introdurre il sottoscritto nel cast, fosse proprio l’autore del famoso libretto di poesie che anni prima mi avevano ispirato.

Sono convinto che questi eventi, quando decidono di suonare al nostro campanello, debbano però trovarci in casa. Ho come l’impressione che la coincidenza ci possa dare la spinta, ma dobbiamo essere noi ad inserire la marcia la momento giusto per mettere in moto la nostra vita.
Non mi spiegherei sennò l’insegnamento che NON sono riuscito a trarne in quel treno che da Genova mi portava verso Milano nel dicembre 1996 e che a tutt’oggi risulta la più straordinaria coincidenza che mai mi sia capitata…

ma ora è tardi… abbiate pazienza…..