LE HO MAI PARLATO DEL CAPODANNO DEL NORD?

L’inizio della scuola, da sempre, ha avuto per il sottoscritto un significato particolare che col passare del tempo ha preso forme sempre più svariate, raramente positive ma ben precise. Una specie di valanga della consapevolezza che, originalona, ti investe solo un po’ alla volta.
Ora non voglio fare il diverso, capiterà pure a molti, ma, intimamente, l’ho sempre vissuto come il vero e proprio inizio di un qualcosa di particolare, di grande, forse pure troppo, e quindi non fatevi prendere in giro dalle feste natalizie, il vero capodanno sta tutto qui. Partono da qui tutti i principi di cambiamento.

OK..Se non ci state a capire un cazzo, non preoccupatevi…non lo stessi a scrivere, sarei dei vostri. Voglio però tranquillizzarvi, non temete, la consapevolezza di sta teoria non sposterà di una virgola il vostro malumore.
In sunto, quello che intendo, è che un capodanno che si fregia di questo nome, deve essere per forza sinonimo di cambiamento, sennò ..ciccia!
Il capodanno di gennaio, se ci fate caso, è solo un’invenzione banale dei pubblicitari per alzare il PIL e farvi sputtanare la tredicesima. Un breve intermezzo, un bacio interrotto per pigliare fiato che poi riprende uguale a poco prima, non che sia un dramma,
beninteso, ma contribuisce ad impastare tutto in routine.
Il settembre invece no, è diverso, fateci caso! Con l’inizio della scuola, parte un ciclo nuovo ed è lì che risiede il capodanno più autentico! Lì che notiamo i cambiamenti veri…negli altri soprattutto. I nostri meno. Già..dei nostri siamo sempre meno consapevoli. E’ di questo che si nutre l’invidia.
Fateci caso… riuscite a notare la crescita dell’albero del giardino e che avete davanti agli occhi tutti i giorni? Eh?..che vi avevo detto??
Non credete a quelli studiati. Noi si cresce solo nei mesi estivi. Nel resto del tempo stiamo là, con la nostra lucetta rossa dello stand by accesa…ma spenti.
Esempio inoppugnabile: mai notato che per una mistica casualità è proprio dopo l’estate che le compagne di banco cambiano in meglio e rientrano senza l’apparecchio per i denti? Guardate candidi nelle loro bocche, anche se qualcuno paventa che sia contro la
molare. Con quella specie di reticolato a dissuasuaderci dall’avvicinarci come se incombesse il pericolo dell’alta tensione.. In fondo, a chi mai verrebbe in mente di inserire la lingua nella presa della corrente,… a parte mio cugino?
Ma ripeto, nonostante sia sinonimo di festa, io, sto capodanno estivo, l’ho da sempre vissuto con una certa angoscia. Inseguo i cambiamenti, sì, ma quando li incontro mi mettono ansia. Tutti! E la diretta conseguenza è un mio precipitoso rientro nei ranghi fino al prossimo tentativo che, palese, a breve si ripresenterà, risponderò più agguerrito ma, statene certi, poco cambierà.
Prima è capitato con la scuola, durante la mia tiepida presenza, poi, con quella che è stata (forse ancora lo è..boh!) la mia più grande passione, il teatro. Con gli allestimenti, pure loro, a partire sempre con la fine dell’estate, congruenti all’inizio della scuola.
Vivendo da un tot di angosciosa pace professionale, senza voler riesumare il comune mantra della crisi visto che questa è un vestito che indosso da tempo
e ormai puzza, sta sensazione di malessere, come una vena sotto-pelle che noti solo in contrasto di luce, era lì, in attesa, anestetizzata. Era bastato, però, ripercorrere il cortile di una scuola con Jena durante il suo primo giorno, per risvegliare il bastardino di Pavlov, proprio qui.. dentro il petto. Ed ironia della sorte,tutto ri-accade preciso il giorno di Halloween con i suoi mostri, a rimestare nel mio torbido e poi stuzzicare i miei.
Il fatto è che se con il capodanno devi trarre bilanci che non sai da dove tirar fuori, costruire progetti ai quali tu per primo non credi,
(figurarsi gli altri) se non vedi la tua strada perchè davanti non c’è nebbia, ma lana-vetro, beh..l’angoscia riprende ad essere una sciarpa stretta.
E questa, come la paura, se non l’affronti, è un pallone tenuto sott’acqua pronto a risalire appena ti distrai, così, a renderti consapevole che l’esperienza a ben poco serve e che, una volta acquisita, ti fa sbagliare lo stesso… ma con più sicurezza.
Ed il futuro si presenta come un rotolo di carta igienica, se lo tieni per un lembo ma ti cade a terra, sta pur tranquillo,…va dove cazzo vuole lui.

il viaggioCambiano scene, attori, ma il copione e pure la trama, sempre gli stessi.
E se è vero che gli esami non finiscono mai, peggio è, che sono sempre gli stessi
Amen!

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3 commenti

  1. the pellons'

     /  novembre 2, 2013

    Siamo d’accordo, e infatti il capodanno di gennaio lo vorrei sempre più abbattere a colpi di ascia… Mette solo una tristezza infinita.

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  2. Salterei tutto dal 20 di dicembre sino all’otto di gennaio….ma che @@

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