Oggi parliamo di sport e sentimento. (nulla a che vedere con “l’amare lo sport”)
Normale è frequentare degli sport, come credo sia altrettanto normale scegliere quello a noi più congeniale. Che poi venga riconosciuto o meno durante manifestazioni sportive internazionali, tipo olimpiadi o campionati europei poco conta, a noi non tange particolarmente.
Due gli ingredienti principali: fantasia ed una certa dose di “chiodo fisso”.
Lo so!….neppure ci starei a capire ‘na sega..
Insomma, uno sport con lievi inclinazioni alla “pesca sportiva” e proprio in quell’ambito mi permetto di collocarlo.
Quindi: prendete un bimbo sui 5/6 anni. Nel caso avesse da ridire, rispolverate il ricatto che nel corso degli anni vi ha dato le maggiori soddisfazioni. (personalmente mi limito ad un semplice: “se non fai come dico, stasera cucino io!!”)
E’ altresì preferibile, ma non indispensabile, un terreno erboso tipo parco pubblico, una fattoria didattica, oppure il cortile di qualche villa, nei quali si stiano svolgendo manifestazioni o attività che includano la presenza di bimbi con rispettive mamme, riunite in comodi capannelli.
(i padri, ad eccezione del sottoscritto, lasciano i pargoli alla deriva, spiaggiandosi su panchine laterali in posizione cunnilinctus con rosee gazzette dello sport…che, credete a me, rosee non lo sono a caso).
Ma restiamo sul pezzo.
A breve distanza di ‘sti capannelli, si prende il piccolo per la collottola ed il cavallo dei pantaloni, lo si dondola avanti e indietro per un tot, fino a quando non c’è la consapevolezza che il lancio risulti adeguato, e con quanta energia avete lo si getta all’interno del capannello.
Niente paura! E’ tutto sotto controllo. I bimbi sono di gomma.
Fin qui è tutto banale e poco avvincente. La parte interessante, invece, immediatamente dopo, quando dal nugolo il piccolo se ne esce sempre, dico sempre, riportando come il cane il legnetto al suo padrone, una bimba che a sua volta trascina una mamma. La famosa pesca a strascico.
Interessante no??…certo, nell’immediato non molte sono le calorie che vengono consumate, ma si spera, per ovviare a questo, che possa succedere qualcosa nel futuro senza la coppia di bimbi. (lascio estese praterie alla vostra fantasia).
Lo ammetto… qualcosa deve essere ancora “registrato”, visto che a trarre benefici da questo sport, i migliori risultati li ha sempre portati a casa Jena, impegnato a lanciare innamoramenti come gli aerei in guerra, buttavano le bombe a grappolo.
L’ultima in ordine di tempo, Emma, pescata dopo un lancio durante la lettura animata per bimbi in una fattoria in località Piove di Sacco e con mamma appresso, dotata oltretutto, di una certa “simpatia”.
Jena, non amando insegnare, predilige bimbe di una “certa” età ed esperienza e quindi Emma, 7 anni, occhi brillanti come due stelline, sostava comoda all’interno del suo “range”.
Questo, un padre attento come il sottoscritto, l’aveva notato all’istante, vedendo il proprio erede parlare in perpetua vibrazione come il pupazzetto della pubblicità imbottito di Duracell che saltella la corda, però, a differenza, senza la corda.
Per non parlare poi di discorsi che vertevano con enfasi su “imprese fisiche apocalittiche” tipo salita su alberi, salto di qualche siepe o numero di palleggi, atti di eroismo che parevano attecchire, visto che i due, ad insaputa dei genitori che nel frattempo sorseggiavano prosecchi al bar, si erano organizzati per una pizza assieme la stessa sera.
L’emozione sentimental-erotica aveva segnato il primo gol, ed eravamo solo all’inizio del primo tempo.
Dopo qualche sporadico incontro delle settimane successive, finalmente il grande giorno. Ok! pizza da noi!
Con la tranquillità del sapere la Montessori in una SPA a Levico Terme, ed in accordo con la mamma, ci eravamo allontanati per ritirare le pizze, lasciando i due in camera a guardarsi un cartone…credevamo!
Al ritorno la non sorpresa (per il sottoscritto). I due che escono dalla camera mano nella mano e con Jena pittato dalla solita faccia-tipo da: –papy credo di essere innamorato-.
“papy… ci siamo baciati”… e ridacchia..
“è vero mamma..ci siamo baciati anche in bocca”…e ridacchia..
okkazzo!!…penso…e non ridacchio
Mi giro, e vedo che alla mamma di Emma, l’abbronzatura sta velocemente scomparendo. A puttane i 15 giorni di mare a Gallipoli….e non ridacchia.
“abbiamo pensato che Emma e la sua mamma possono fermarsi a dormire da noi”
“facciamo così…io e lui dormiamo assieme qui sul lettone … e voi due potete potete stare sul divano”.
Subito penso che a volte ‘sti giovani dovrebbero essere incoraggiati, perchè castrare tutte le loro iniziative? A volte un genitore per amore del figlio potrebbe pure sacrificarsi…fosse per me li accontenterei pure…
La mamma, però, intuisco pensarla non esattamente così, impone quindi alla piccola di vestirsi che è tardi, ed in breve partono a buona velocità e con l’auto che giurerei aver visto impennare,…ma essendo buio non garantirei.
Eccomi, quindi, per l’ennesima volta a pensare e pure invidiare Jena per questi suoi slanci del sentimento imparati chissà da chi. E rifletto che, evidentemente, come i parti gemellari, pure ‘sti slanci emotivi, saltano una generazione,
…stavolta la mia.
Vedo Jena come il fiume scendere di fretta a valle, per tuffarsi subito alla foce senza le sterpaglie, quelle che ormai fanno tappa fissa dei miei tragitti del sentimento, a rallentarne la corsa. Le stesse che mi imbrigliano sogni, spunti e buoni propositi, tali da renderli concorrenziali alla scadenza di yogurt bio.
Mentre mi sento in perpetuo viaggio attorno a tangenziali che solo a pensarle ricordano la funzione del confetto Falqui, senza trovare il modo, o il coraggio, di uscire per visitare la bellezza di un qualunque centro storico, ho sempre più la consapevolezza che Jena, starà lì ad aspettarmi mentre da un pò sorseggia una granita al limone.
..approposito…ma il confetto Falqui..che fine ha fatto??
.