Diciamo che se cadute di stile possono capitare anche ai migliori, figuriamoci al sottoscritto.
Dunque… come dire…Ieri, sono stato attore di una delle situazioni più ignobili e disonorevoli che una persona vagamente sana possa commettere.
Se titubo un po’, non è certo per un problema di dignità, quella l’ho smarrita ad un addio al celibato, anni fa, in un locale Lap Dance del trentino.
Ma il peggio è, statene certi, che intendo rendervi partecipi.
Ma andiamo per gradi.
Dunque… vediamo..
…non ho pagato delle minorenni per fare del sesso e nemmeno ho coinvolto 314 uomini delle istituzioni pagati con soldi pubblici per avvalorare le mie tesi. …neppure ho comperato delle mutande verdi, sempre con soldi pubblici, avvalendomi della teoria che visto che queste hanno il compito di coprire le pudenda che si sa, stanno a sud, per logica federalista la parte a nord non é responsabile.
…ma non ho manco sbirciato qualcuno dal buco della serratura nell’intento di masturbarsi, anche se… fuoco fuochino… ci stiamo avvicinando.
Ed il peggio è che non me ne dolgo a sufficienza, anzi, tutto sommato, la cosa mi ha addirittura elettrizzato.
Ancora un attimo e ci sono….
Ieri, come capita ormai da tempo, tempo che pare scandito da un metronomo lasco a cadenza settimanale, avevo trascorso un’oretta di svago dalla mia strizza che da un tot pago perchè scongeli il calippo che c’è in me e renda consapevole che esiste un mondo pieno d’amore che sta chiedendo dove sto di casa… e così via.
Vittima quindi dell’ennesimo esperimento che la suddetta aveva messo in campo nell’intento di rimettermi al mondo, con lo scopo di non lasciare nulla di intentato prima di sventolare bandiera bianca, ci aveva dato dentro con un esercizio psicologico che fin dal nome includeva, per il sottoscritto, un senso di perpetua inutilità. Un qualcosa che finiva con …”senso motorio”…
La mia mente, in default, se n’era partita con la classica domanda a risposta incorporata.
Quindi…Questo senso avrebbe avuto senso?
Nonostante, di norma, lasci in parcheggio la logica perchè comportarsi alla cazzo è un abito della mia misura, quando mi si propongono novità che non comprendo e che potrebbero alleviare questo mal di mondo, invece di cogliere le occasioni, mi si avviluppa attorno un anticorpo pronto ad annientare il virus del cambiamento ed il tutto con cocciutaggine e tignoso rifiuto, lo stesso che, immagino, elargirebbe Uma Thurman all’operaio FIAT con tuta blu che, all’uscita da Mirafiori, le si avvicinasse nel tentativo di concupirla.
Prima del …”senso motorio” mi si erano assiepati in ordine sparso:
Fiori di Bach, (che se non conoscete non è un dramma), l’E.M.D.R. (esercizio basato sul movimento oculare per sciogliere i traumi), massaggio Cranio Sacrale (boh) e visualizzazioni positive (boh… ma alla seconda) tutte cose validissime per fare concorrenza al ventaglio adibito ad arieggiare i testicoli, dopo il gioco aperitivo nei villaggi Alpitour.
Pare, però, che ‘sti ritrovati della psicologia mondiale, debbano essere essere spinti dalla nostra la fede. Insomma, funzionano se ci si crede. E già qui mi trovo in disaccordo, anche perchè, avessi fede me ne starei tranquillo a casa. Voglio dire, se una persona inspira quel grammetto di cocaina (mi dicono), c’è poco da avere fede. Te ne accorgi subito che qualche effetto avviene, lo stesso se dal box doccia ne uscisse l’Uma di cui sopra, infilasse prima di asciugarsi una maglietta bianca ed si adagiasse sul mio lettone Ikea, beh..credo che fede o non fede, difficilmente riuscirei a non percepire un lieve mutamento del mio corpo, no?
Cmq eccomi alla prova di quest’ultimo…’sto “senso motorio“.
Terminato “l’esperimento”, cosa strana, un accogliente senso di sonnolenza inizia a prendermi. Un lieve torpore, che avevo classificato come un passo avanti rispetto al solito “nulla”, prende ad avvolgermi. Su invito della dott.ssa, mi accomodo sul divanetto della sala d’aspetto per quel quarto d’ora necessario a “bearmi fino in fondo dell’assoluto beneficio” (testuali parole).
Nel frattempo, con la consapevolezza (non mia di certo) di stare a vivere un’esperienza preludio al salvifico cambiamento, mi sfila davanti una collega con occhiali neri che senza nemmeno regalarmi un’occhiata, come fossimo al banco dei pegni dove sta portando i gioielli di famiglia, si infila rapida e scompare nello studio.
In breve percepisco un vociare.
Ne deduco che una delle 2 porte non è stata chiusa ed in breve ne esce, abbastanza nitida, la voce dalla paziente che racconta. E sempre più nitida diviene, anche e soprattutto, perché prendo a sfilare sui cuscini fino ad arrivare al punto più vicino all’ingresso dello studio.
Inutile dire che, con il senso di colpa a 1000 ma con la curiosità a 1500, gara non c’è proprio stata ed ho preso a gustarmi, si fa per dire, l’inatteso spettacolo.
Immagino vorrete sapere di cosa hanno parlato la paziente con la dottoressa.
Nulla di trascendentale.
Dunque…
Lei signorina single, lui sposato che le ha garantito che lascerà la moglie ma, “originalone”, pare tergiversare e lei giustamente soffre.
(già…storia mai sentita vero?).
A prescindere che a farsi curare dovrebbe andarci lui, con sforzo titanico mi trattengo dal fare irruzione all’interno, intimare alla signorina di smetterla di buttare i suoi soldi nel water con una terapia che tanto, lui, pura statistica, mai e poi mai avrà le palle per mollare la moglie e che, la situazione è talmente frequente, che a fine 2014, verrà introdotta nel paniere Istat.
Invece me ne sono rimasto ancora qualche minuto là fuori a pensare e riflettere se invece, a parti invertite, qualcuno avesse ascoltato uno dei miei colloqui, ed allo spettacolo se fosse capitato proprio il giorno in cui, mosso da cialtronaggine acuta, mi ero sentito proporre alla strizza un po’ di sano ed amichevole sesso, puntualizzando che non si trattava di tranfert, ma il desiderio che un po’ di soddisfazione, da questa terapia, dovevo trarne, mi spettava. In fondo, fino a quel momento, tra i due, solo io mi ero spogliato, che male c’era a ricambiare il favore?
Controllerò la mia agenda, ma credo non se ne fece nulla.
Alla luce di questo, però, non vorrei passare per disfattista, non me la sento di buttare tutto all’aria, sarebbe ingeneroso. Qualche beneficio, inutile negarlo, c’è stato. Da quando frequento la terapia, ad esempio, non ho più parcheggiato in zona “rimozione”.