In una specie di scala social-artistica di noi attori, dopo TV, teatro, cabaret, pubblicità, lettura di poesie e racconti, prima del fatidico stadio finale, quello che miseramente decreta la conclusione della nostra attività attoriale, cioè la lettura dei contatori del gas, eccoci alla tacca appena sopra, quella che durante le alluvioni viene definita “livello di guardia”: le temibili letture a scuola per i ragazzi.
Capita che per “premiare” i bimbi e festeggiarne insieme la fine dell’anno scolastico, le maestre si sentano in obbligo di chiamare un attore e far sorbire loro una bella lettura drammatizzata, anche se 2 tiri di pallone al campetto, sortirebbero gioie differenti.
Un po’ come se una fidanzata, per ringraziare il compagno della costante presenza, se ne uscisse con: “sei sempre così disponibile, gentile e puntuale, che per i prossimi 2 mesi, te la farò vedere solo in fotografia”… ecco, tanto per dire!
Passeggiando a “livello di guardia”, come da un po’ sta succedendo, è capitato che qualche giorno fa mi trovassi catapultato in una scuola della campagna padovana di fronte a quasi 200 bimbi, contattato da una solerte maestra, che pareva avesse sentito parlare bene del sottoscritto.
(il che non può non insospettirmi…ma andiamo avanti).
Nonostante quello che veniva presagito da qualche collega, ossia che letture con più di 20 bimbi sono pressoché ingestibili, tutto sì è svolto senza troppi problemi. Sicuramente per l’indubbia capacità intrattenitrice dell’attore in questione (io) ma credo che luccicanti scimitarre impugnate da amazzoni travestite da maestre dell’alta padovana, stipate a bordo gregge, avessero contribuito al buon esito.
..anche se, effettivamente, un’inezia c’è stata…
Alle prime righe, dopo un mio leggero tossicchio, nulla di che, una delle amazzoni anziane, quella definita dal sottoscritto La Bella Rugosi, mi allunga una bottiglietta d’acqua ed io, senza nemmeno pensarci, alla prima pausa, la infilo in bocca ed a cannareddu ne scolo una discreta sorsata. Durante il percorso, mi rendo conto che sto ingurgitando non acqua, ma una cosanuova, un nonliquido, per dare l’idea, dell’acquasciutta, in pratica, gas e poco altro. Da quel momento concedo una pausa sindacale a ritmo&interpretazione, che corrono a svagarsi sulle altalene dei giardinetti, mentre io rimango in sala con 200 bimbi, 7 amazzoni, ed impanicato all’inverosimile, da una sola ed unica preoccupazione :
“non posso e non devo ruttare!!! … attenzione a come pronunci la lettera “C”!!! ”
Che poi non sarebbe stato male come con colpo di scena finale, se con un ultima sorsata di acquasciutta mi fossi congedato dai i bimbi con leggìo sottobraccio uscendo da un lucernario come una Mary Poppins de noartri indirizzato da un bimbo attaccato ad una delle stringhe delle scarpe….ma tant’è..
Soffrendo un po’ di vertigini, ho evitato l’opzione M.P. e mi sono fatto ben ancorare a terra dalle più svariate domande dei ragazzi che pare non avessero mai conosciuto un attore “vero”:
… da quanto recitavo, perchè (soprattutto), che film avevo fatto…e se ne avevo fatto di polizieschi, ecc. ecc.
Film nessuno, ma ho edulcorato un po’ la mia popolarità di VIP per minori, narrando effettivamente di un telefilm poliziesco della serie CRIMINI al quale avevo partecipato, ma che pareva non aver attratto troppo il loro interesse, visto che, nonostante le due scene, non ricordavo assolutamente nulla della trama e soprattutto non avevo una battuta che fosse una.
Ricordo che il giorno della messa in onda, solitamente il mercoledì, per quel solo ed unico episodio, la programmazione era stata spostata a venerdì ed in breve, a tutt’oggi, non mi è ancora capitato di vederlo.
Rimane cmq il buon ricordo, della semplicità dei registi, i Manetti Bros, e dell’ottimo catering a base di frutta fresca.
Più interesse però, pareva avesse carpito nei bimbi e nelle maestre, che da fondo sala avevano iniziato a proiettare schegge di luce con le loro scimitarre in mia direzione, l’altra mia esperienza “cinematografica” svoltasi nella bellissima Piazza di Spagna. Nonostante nemmeno in quell’occasione avessi una battuta, pareva interessare molto il ruolo assegnatomi, l’arduo compito di baciare, in un lungobacioappassionato, una gradevole ragazza Umbra per buona parte di un pomeriggio primaverile romano.
Ma al “ci dici com’è il bacio finto?? e ci racconti di un’altra volta dove hai baciato una ragazza??”, la luce della scimitarra de La Bella Rugosi, e poi la voce della stessa, avevano interrotto e castrato sul nascere l’interesse per l’arte di questi seienni&oltre.
“…invece, perchè non chiediamo al nostro attore se gli è mai capitato di essere fermato per la strada…se qualcuno l’ha riconosciuto”
Effettivamente non è successo quasi mai, ma una volta si..e difficile da dimenticare.
Ed ho preso a raccontare di quando mi sono trovato davanti questa ragazza sufficientemente carina che ha iniziato a farmi un po’ di classiche domande, così per ingannare il tempo, di dov’ero, l’età ecc.
A me certo non dispiace intrattenermi per un paio di chiacchiere con una ragazza, ma in quell’occasione, ricordo, la cosa mi disturbava molto.
Non ero del umore giusto. L’avrei voluta incontrare in un’altra occasione, ma è chiaro che non tutte le situazioni si possono scegliere.
Poi però aveva iniziato a fissarmi, e mi ero illuso che avesse capito che non stavo molto bene e la smettesse, invece se ne esce che è sicura di avermi già visto e parte col chiedermi di cosa mi occupo.
L’attore gli dico..non credendoci io per primo.
“Ecco chi sei!!… Adesso mi viene in mente!! Tu hai lavorato per SKY con quello simpatico che adesso fa le fiction”
Insomma, si ricordava benissimo di me e di quello che facevo in quella trasmissione…
“già, sono proprio io” ma ormai la voce mi usciva distorta e la faccia immagino fosse contorta in una smorfia.
Non era certo la blanda popolarità di quell’istante a mettermi un po’ in imbarazzo, molto più probabile fosse quel sondino che un medico, insensibile al mondo dell’arte, continuava imperterrito a far roteare in una fastidiosissima rettoscopia, non lasciando il tempo al sottoscritto di rispondere alle domande della sua assistente.
“…signora maestra…cosa è una rettoscopia???”